
“La magnifica vista dalla casa di Celleno è come un cinema vivente, dove ogni giorno
passano le pecore e dove scorre il ruscello, che trasporta fossili di gigli di mare, il che ci
collega a milioni di anni fa. La tranquillità della reiterazione, il ritmo perpetuo
indisturbato delle stagioni che cambiano. Sono lieta di tornarci anche se sarà a metà estate
2020 quando si svolgerà il Festival Incontro. Porterò opere del mio periodo di lavoro lì e
alcune successive.“
La prima immagine che mi viene in mente quando penso a Celleno è l’albero di mimosa in
fiore nel giardino della CAM. Marinus e io siamo arrivati a Celleno all’inizio di marzo del
In Germania era ancora completamente inverno ma dopo aver attraversato le montagne
dell’Austria, improvvisamente tutto il paesaggio è diventato molto più dolce in Italia, la
primavera è nell’aria. Siamo rimasti sorpresi dal fatto che così tante persone siano andate ad
abitare nel versante sbagliato delle montagne …
Non vedevo l’ora di scoprire un nuovo posto. Avevo 58 anni, i figli ormai grandi, avevano
preso la loro strada… eravamo liberi di andare dove volevamo.
Improvvisamente, fra i rami spogli un accennato velo di verde primaverile. E poi bianche
nuvole di fiori di ciliegio, colza a grandezza umana, lucertole al sole e persino un serpente. Le
ombre inclinate sotto gli ulivi, rendevano visibili le pendici delle colline.
E la musica del silenzio. Solo i suoni della natura, il mormorio del ruscello, il canto degli
uccelli. E tutto quel bel verde che cresce e vive. La pace e la tranquillità di notti davvero buie
che hanno avuto leffetto su di me di una cura purificante. Il silenzio è quello che mi è piaciuto di più a Celleno. Niente TV, niente telefono, niente visitatori anche fra di noi non abbiamo parlato molto. Ma la primavera risplendeva, odorava, cinguettava e riluceva intorno a noi. Il mio lavoro lì è stato quasi tutto alluncinetto, il che è possibile farlo ovunque. Ma sono
anche andata alla ricerca di cose da raccogliere sul posto, con le quali ho continuato il lavoro
a casa.
Sapendo che lì non avrei potuto fare certe cose, avevo portato con me forme ceramiche a
guisa di rami con le quali ho realizzato delle copie all’uncinetto: la risposta morbida alla
rigidità dell’argilla cotta.
E ho tenuto un diario:
“E’ stata quasi estate per una settimana, ma ora fa un freddo gelido, 4 gradi e un forte vento
da nord. Dopo aver attraversato Bagnoregio, ora siamo in casa con una bella scorta di
generi alimentari, una buona zuppa per pranzo e la stufa accesa. Fuori è brutto, mi tuffo
negli Etruschi.”
“Nel 1973, durante una settimana trascorsa a Roma, avevo comprato una cartella contenete
disegni dei dipinti di Tarquinia, ma all’epoca non c’era tempo per visitarli. Per anni, durante
il periodo dellaccademia, sono stati appesi sulle pareti della sala da pranzo, sopra il tavolo e ora volevo davvero andarci. Ma come spesso accade, nella mia testa le immagini erano cambiate enormemente e ora la realtà era deludente. Ciò che invece era veramente bello erano le file di letti funebri negli ipogei etruschi dove nessun turista va e che abbiamo scoperto durante la nostra passeggiata a Castel d’Asso. Un paesaggio con cavità nascoste. per contenere corpi (La relazione tra corpo e paesaggio svolge sempre un ruolo importante nel mio lavoro).” “Il proiettore di Rinie non funziona più. Andiamo da Monica per un consiglio e riceviamo immediatamente in prestito un vecchio monito, ma anche una visita della loro casa, con presentazione dei cinque gatti. Sono tutti così carini! Dopodiché alle terme per un bagno nelle acque solforose. E’ una sensazione un po’ strana quella di immergersi accanto a degli estranei per un’ora.” “Nuvolosità intensa, ma abbastanza leggera. Rinie sta diserbando. Mi siedo fuori sulla mia coperta e preparo ogni sorta di libri attorno a me.” “Mi dirigo verso il fiume nel pomeriggio per cercare una specie di conchiglia a forma di tromba. Fossili? O le zampe di una specie di aragosta? O involucri dei vermi tubiformi? Non lo so, è tutto molto bello e possono essere infilati come le perle (A casa ho sentito da Corien che ci sono steli fossili di gigli di mare).” “Lungo la strada, a un certo punto ci siamo fermati: un lombrico lungo 20 cm stava coraggiosamente attraversando la strada, ritraendosi e strisciando. Allimprovviso ha
cambiato direzione e la testa è diventata coda.
Per due ore, a casa ho pulito le conchiglie con un ago e un uncinetto mentre Rinie eseguiva le
sue prime stampe delle gocce di pioggia su carta. Pochi istanti dopo è venuta giù acqua a
catinelle. Ne ha tratto un film suggestivo.”
“Neve! Freddo ma soleggiato, e quindi il bianco è scomparso rapidamente. Un altro giro nei
dintorni della casa osservando il gregge di pecore che stavolta si trovava su un’altra collina.
Sembra acqua da come si muovono sul pendio. Sono come un solo corpo, ma tuttavia resta
una massa composta da singoli soggetti; in fondo, non ho mai visto un’onda che resta indietro
e all’improvviso se ne rende conto e subito cerca di raggiungere il gruppo a tutta velocità. Si
propagano lungo la campagna come le erbacce, ma più veloci. Il movimento è più lento di
uno stormo di uccelli eppure è molto simile; una prende il comando e l’intero gruppo poi
oscilla in quella direzione.
Nel pomeriggio il bucato e pulizie in casa.”
“Cosa facciamo di diverso dall’irrequieto artista itinerante (Johan Cornelissen) del quale sto
leggendo un libro. Qui a Celleno non facciamo altro che richiamarci a quella riflessione
inquieta, che è pienamente recepita.
Come soffia il vento, qual è il panorama oggi? in quale stagione siamo?…
Ormai abbiamo un ritmo abbastanza regolare, dalla mattina presto restiamo fuori il più
possibile. Per la maggior parte dei giorni, una passeggiata di 3 ore, a volte più lunga e per il
resto del tempo lavorare rilassati e intuitivamente, preferibilmente anche all’esterno. Ieri sera
per la prima volta ho messo un po’ di musica mentre sbrigavo alcune faccende domestiche,
ma è finita quasi subito.
Il silenzio mi rende molto sensibile al rumore, sento trotterellare le pecore, il loro masticare,
il gocciolio della pioggia, migliaia di uccelli, l’aprirsi e il chiudersi delle pigne nella ciotola.
Tutto ciò è quanto basta.”
“Prima di partire per l’Italia sono stata molto impegnata con tutte le incombenze da regolare
e il lavoro da portare a termine. Era soltanto “dare” ed era molto faticoso. Ma questo è
anche un metodo per eliminare i pensieri semplicemente dandosi da fare per tutto il tempo.
Anche qui non si tratta più di pensieri ma di una ricerca del mio “essere”. Tuttavia, il libro
di Cornelissen mi ha fatto riflettere di nuovo su ciò che sto facendo nella vita e questo non va
affatto bene per me (da bambina ero già pessimista). Vivere “qui e ora” è molto più sana”.
“Ho fatto foto di stradine con piccole case rotonde come stomi della crosta terrestre.
Meravigliosamente silenzioso, mi do da fare all’uncinetto mentre Rinie lavora in giardino.”
“Alle due e mezza Monica arriva con una signora olandese, Pia, che vive a Roma da 30 anni
ed è ceramista proprio come me. Siamo invitati a cena. Alle cinque e mezza siamo da Monica.
Il barbecue è ancora acceso. Ci sono circa 15 amici loro. Tutti chiacchierano e bevono
piacevolmente. Alle sette e mezza siamo gli ultimi … Avevamo completamente frainteso. Nei
Paesi Bassi la gente mangia alle 18:00. Di nuovo a casa abbiamo rapidamente iniziato a
cucinare.”
“La sera guardavamo la luna che era quasi piena e si soffermava anche dietro un batuffolo di
cotone. Le luci tremolanti in lontananza ti fanno capire quanta attività umana ci sia intorno a
te, che in realtà non noti durante il giorno.”
“Con le gambe zoppicanti, insanguinate dalle more, zuppi di pioggia ma soddisfatti, siamo
tornati a casa, dietro le finestre coperte di lacrime.
“Era così nuvoloso che ho iniziato a pulire il pavimento di piastrelle da utilizzare in un libro
con foto di pavimenti e pareti; hanno strutture così belle!
Dopo siamo andati a piedi a Roccalvecce su quasi tutti i sentieri conosciuti. Ma tutto è
diverso a causa di tutto ciò che sta fiorendo. Anche qui, alla nostra vista si presentano
macchie bianche di ciliegi in fiore. Sulla quercia a volte vedi la vecchia foglia marrone
appassita accanto alle fresche foglie verdi appese agli stessi ramoscelli. Una foschia giallo
arancione ora è sospesa sulle cime dei pioppi nella valle del fiume. E dove c’era una parete di
roccia la scorsa settimana, ora è solo il giallo brillante della colza ad altezza d’uomo. La
primavera e l’autunno con la loro mutevolezza sono le stagioni più emozionanti.”
“Già due giorni dietro il computer e il telefono. Avevo pensato di poter rivivere qui la
ricchezza dei ciliegi per la seconda volta, ma quest’anno i Paesi Bassi hanno raggiunto
l’Italia, un folto fogliame verde e persino i meli e i peri stanno già fiorendo”.
Tradotto da Stefano Bacchiani, marzo 2020