Intervista con Margriet Smulders


In totale 84 giorni non fare nulla è molto difficile ma anche molto importante!

PLUS AGUNT QUI NIHIL AGERE VIDENTUR.
Sembra che non stia facendo nulla …
La prima volta che io e Frank arrivammo alla CAM avevo sessant’anni. Era inverno e faceva
freddo.
Sulla strada per Colmar avevamo visto l’altare di Matthias Grünewald a Isenheim. Il suo
polittico fu dipinto dal 1510 al 1515 per contenere il fuoco di sant’antonio. Mia madre ha
studiato storia dell’arte per diversi anni. Ha scritto un articolo su questo ex altare maggiore del
monastero di S. Antonio abate a Isenheim in Alsazia. Grünewald ha minuziosamente dipinto le
ferite ulcerose – causate dal consumo di segale ammuffita – sul corpo di Cristo sulla croce nel
polittico.
Sono stata toccata dai demoni che tormentavano Sant’Antonio. Ho pensato molto a mia madre.
Per chi aveva scritto l’articolo? Forse l’ha scritto per frenare i demoni di mio padre?
Celleno, c’è la parola “Cell” in esso. Isolamento. Cella del monastero. Andiamo a Celleno in
inverno per ritirarci dalle preoccupazioni quotidiane. Cinque mesi in totale. Frank Bezemer e
io.
A Celleno mi trascino nel mio guscio. Ha! Mi chiamo Margriet. Margarita, perla, una perla che
cresce in un guscio. Io, Margaretha, striscio di nuovo nel mio guscio. Medito e pulisco. In una
cellula, come nell’utero, il frutto viene nutrito prima che possa nascere. Per brillare, voglio
prima crescere in una cavità, in un guscio o in una cellula.
Dormiamo molto sulla collina della CAM. I raggi del sole risvegliano la camera da letto.
Quando la stanza si sveglia, una nuvola bianca di pecore scampanella sotto il balcone e
ondeggia sopra la collina. I cani da pastore abbaiano. Questo ogni giorno! Sotto il sole!
La stessa meditazione ogni giorno. Le pecore mi esortano a non fare nulla. Rilassarsi, leggere,
pulire, meditare. Mi esercito a non fare nulla e a camminare molto. Pratico come signora
Bezemer, il cognome di mio marito che significa “scopino, quindi dipingo scope.
Non fare nulla è più difficile di quanto pensi. Per me, anche la meditazione è fare qualcosa. È
saggio meditare. Non ho voglia di fare qualcosa di sensato! Voglio cercare la mia genesi,
quell’entusiasmo infantile, solo fare qualcosa che non deve essere fatto. Ma prima voglio
dormire molto. Godere delle pecore. Attendere. Il sole che splende nella nostra camera da letto
ogni mattina. Godere del cielo. Del sole che splende sulla tovaglia di plastica in cucina. Di
Frank che lavora duramente ai suoi progetti. Frank che è sempre lì.
Visitiamo Villa Farnese e Villa Lante, a Orvieto il Duomo e la città di Viterbo. Faccio molte
foto. Villa Farnese è davvero impressionante, con i suoi dipinti murali manieristi e le parole
scritte sui soffitti nel XVI secolo. Sui soffitti, i filosofi parlano ai primi vescovi:
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Coloro che non fanno nulla in realtà fanno molto.
Sulle pareti sono state dipinte anche pecore, capre, piante e persone e enormi mappe.
L’ultima volta che siamo andati in Italia abbiamo cercato le mie radici in Svizzera. Mio padre
fuggì in Svizzera durante la seconda guerra mondiale. Da giovane, ha lavorato con altri rifugiati
presso un contadino di Aigle. Antonius Maria Smulders. Lo chiamavano Ton. Fu un coraggioso
marinaio inglese durante la guerra, molto intelligente ma anche psicotico in seguito. Abbiamo
apprezzato le opere di Tinguely e Len Lye a Basilea al Musée Tinguely. Abbiamo visitato la
galleria a Monaco che vende i nostri lavori.
A Celleno, da un ambiente aperto della bottega accanto al negozio di alimentari, le scope
italiane mi sorridono Nella parte inferiore del manico in legno c’è una gonna di steli legata con
cordicelle blu e rosse.
Le ho dipinte.
Mio marito si chiama Bezemer. Come signora Bezemer faccio qualcosa. Uso la scopa,
naturalmente.
Nulla di speciale. Faccio cose poco importanti: coloro i manici delle scope. Su uno di essi ho
scritto:
Niente
e su un altro
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Sottoterra, nel segreto, tutto fermenta e si sviluppa. Come in No Mud no Lotus. Io ci credo.
Non posso fotografare i miei fiori a Celleno, ma ciò è di nuovo possibile quando sono a casa
mia a Nimega con la mia fotocamera supersonica sul mio grande specchio reflex.
Partiamo da Celleno con la massima attenzione. Guidiamo verso casa attraverso il Nord Italia
e fortunatamente restiamo in salute. Come un tulipano che cresce lentamente, mostra i boccioli
come una lancia, si dispiega incerto e lentamente fiorisce per dondolare nel vento. Quando torno
posso ricominciare a fiorire. E pulire la casa con una bella scopa colorata.
Vedi, tutto diventa nuovo. Anche dopo il Corona. È bello che mi sia esercitata a restare in casa.
La creazione sboccia. Ora dipingo anche ostriche.
Mi sento rinnovata si ferementa e si sviluppa
Margriet Smulders
O Sì:
Le pecore devono restare!
Sì!
Tradotto da Stefano Bacchiani, aprile 2020

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